Val di Non: il Santuario di San Romedio
Nella Val di Non, immerso nei boschi, esiste un posto incantato, dove è possibile visitare un meraviglioso santuario eretto su una roccia alta più di 70 metri. Un luogo religioso visitato tutto l’anno da pellegrini (e da turisti) di tutto il mondo.
Se siete in vacanza in questi paraggi, vi consiglio vivamente di visitarlo poichè molto caratteristico, magari arrivandoci a piedi attraverso uno dei tanti sentieri disponibili.
Passeggiata fino al santuario di San Romedio partendo da Coredo
Arriviamo al paese di Coredo al mattino presto e proseguiamo sulla strada fino ad arrivare ai laghi di Coredo e Tavon. Qui posteggiamo la macchina nel parcheggio a pagamento (cinque euro per l’intera giornata) e mettiamo gli zaini in spalla.
Costeggiamo il lago artificiale seguendo il sentiero e proseguiamo in direzione Santuario di San Romedio (segnavia 537).
Percorriamo il sentiero in discesa immerso totalmente nel silenzio.
Non ci sono altre persone nel sentiero, si sentono solo i rumori della natura e abbiamo l’onore di vedere vari scoiattoli arrampicarsi sugli alberi. Ci sono molti animali che si possono addocchiare nel bosco, ma fate attenzione a dove mettete i piedi perchè in estate c’è il rischio di incontrare le bisce (ne abbiamo vista una).
Incrociamo vari bivi ma continuamo a scendere seguendo il segnavia 535 che dopo quasi un’oretta di cammino ci porta proprio di fronte al santuario.
Il santuario di San Romedio
Appena scorgiamo il santuario dietro le alte piante rimaniamo affascinati da questo luogo. Per un attimo sembra di stare fuori dal mondo, per noi abituati ai ritmi frenetici della città e dei rumori. Qui regna il silenzio, la pace e la preghiera.
Una volta superato il portone di ingresso ci troviamo di fronte ad una ripida scalinata formata da 131 gradini.
Iniziamo la risalita fermandoci a vsitare le cappelle e le chiese che troviamo durante il percorso.
Il complesso è infatti formato da cinque chiesette soprapposte. La cappella più antica dell’edificio risale all’XI secolo. Nel corso dei secoli sono state erette altre tre piccole chiese, due cappelle e sette edicole della Passione.
Una volta arrivati in cima ci gustiamo la vista panoramica, rimanendo sbalorditi dall’altezza impressionante a cui siamo arrivati nel giro di poco tempo.
All’interno del santuario è possibile osservare gli ex voto per grazia richiesta e ottenuta, inoltre è presente un’esposizione di quadri, sculture, oggetti antichi e libri.
Per chi desidera bere qualcosa, è presente un piccolo bar all’interno della santuario.
L’orso e la leggenda
Proprio accanto all’entrata del santuario, si può conoscere e osservare un animale abbastanza insolito in Italia ma molto comune in Trentino: l’orso bruno. All’interno di un’area recintata infatti vive un orso di nome Bruno, arrivato qui dopo una storia travagliata.
L’animale venne trovato nel 2001 dove veniva tenuto abusivamente e in precarie condizioni di salute. Era impensabile liberarlo in natura, dato che era un animale non capace a procacciarsi il cibo, venne quindi deciso di collocarlo nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Ma essendo incompatibile con gli altri orsi che già vivevano lì venne collocato in uno spazio piccolo, non proprio adatto alle sue dimensioni.
Nel 2013, l’orso aveva già circa 18-20 anni, si decise di trasferirlo a San Romedio per regalargli un’area ben più grande tutta a sua disposizione.
Ora Bruno sta bene, si gode la sua tranquillità e gli sguardi soddisfatti delle persone che vengono a fargli visita 🙂
Purtroppo noi non abbiamo avuto l’occasione di conoscerlo ma se avete un po’ di tempo a disposizione vi consiglio di attendere che si faccia vedere, è sicuramente un’emozionante esperienza, soprattutto per i bambini.
Vi chiederete come mai inserire un orso in questo contesto religioso… ora vi racconto la leggenda di questo luogo.
“Un tempo Romedio di Thaur, un anziano eremita, stava per dirigersi a Trento a bordo del suo cavallo, per incontrare il vescovo Vigilio. Chiese ad un suo discepolo di sellargli il cavallo, ma questi tornò da lui riferendogli che un orso stava sbranando il cavallo.
Nonostante l’accaduto, Romedio non si perse d’animo e ordinò al discepolo di mettere la sella all’orso. Il discepolo, un po’ titubante, provò ad avvicinarsi all’orso. L’orso chinò il capo, si fece mettere le briglie e Romediò potè raggiungere Trento a bordo dell’orso, ormai divenuto mansueto”.
Proprio per ricordare questa amicizia, la comunità locale ha deciso di predisporre quest’area per l’animale, accudendolo e tenendolo al sicuro, nel suo habitat naturale.
Altri modi per raggiungere il santuario
Oltre al sentiero che abbiamo percorso noi a piedi, esistono anche altre strade per raggiungere il santuario di San Romedio.
Innanzitutto partiamo dalla più facile, ossia raggiungerlo in macchina percorrendo la strada che collega Sanzeno al santuario.
Se invece siete amanti delle passeggiate, potete optare per quella che parte dal paese di Don (durata due ore) oppure da Salter (durata un’ora) oppure, e io ve la consiglio, compiere la stupenda passeggiata a ridosso delle rocce (questa l’abbiamo scartata perchè con lo zaino porta bimbo sarebbe stata scomoda e leggermente pericolosa). Se vi interessa questa avventurosa e panoramica passeggiata dovete semplicemente recarvi a Sanzeno e qui tramite una passerella di legno iniziale cominciare questa camminata scavata nella parete di roccia che cade a strapiombo sulla valle. La durata è di circa 45 minuti. Mi piacerebbe in futuro optare per questo percorso.
In qualunque modo sceglierete di raggiungerlo, sono sicura che rimarrete soddisfatti di visitare questo posto meraviglioso!!